Carla Lonzi by Annarosa Buttarelli

autore:Annarosa Buttarelli [Buttarelli,Annarosa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2024-04-29T00:00:00+00:00

Come si vede chiaramente, questo Manifesto ha da dire ancora molto ai tempi presenti, tempi in cui il femminismo sta attraversando la “quarta ondata”, quella del protagonismo femminile che non comunica più “solo con donne”, poiché la “deculturizzazione” è stata fatta, almeno nel femminismo della differenza, che è anche riuscito a creare, tra donne in autocoscienza, un ordine simbolico e una genealogia di saperi e sapienze femminili. Tutto questo è stato possibile anche e soprattutto grazie all’offerta profetica contenuta nel Manifesto. Il cammino fatto non esclude la vitalità di inviti ancora estremamente importanti, non solo per le donne, come per esempio: “Vogliamo essere all’altezza di un universo senza risposte”. Questa intelligenza politica e filosofica è ancora capace di fare tagli imprescindibili nell’ottusa corsa contemporanea all’appropriazione di tutto: dall’universo al tempo delle vite singolari, dalla tecnocrazia alla svalutazione dell’aura di mistero che avvolge ancora molte dimensioni della condizione umana, e che chiede già conto degli innumerevoli tentativi di violazione.

È altrettanto facile notare l’inusuale riferimento che dà inizio al Manifesto: Olympe de Gouges (1748 – 1793) apre anche il formidabile percorso di Sputiamo su Hegel. Perché? E perché questa pensatrice francese, presa a riferimento da Carla Lonzi, è oggi apparsa improvvisamente alla ribalta degli studi politici e filosofici divergenti?3 Per rispondere, dobbiamo avvicinare la figura della geniale Olympe. Nata in Linguadoca da una madre popolana e da un padre aristocratico, sapeva leggere e scrivere. I suoi padrini appartenevano alla classe del popolo o al massimo a quella dei commercianti. Radicalmente contraria al matrimonio – specie se imposto, come nel suo caso –, cambiò il cognome appena rimasta vedova. La sua posizione contro il matrimonio la colloca nella genealogia delle pensatrici che condividono questa obiezione al contratto matrimoniale moderno. Cambiò anche il nome, prendendolo dalla madre Olympe, probabilmente per dare continuità alla genealogia materna. Più misteriosa è l’origine del cognome. Tra le molte interpretazioni, quella più credibile sembra prelevare il significato dal nome occitanico gouge,“serva”, mentre, in lingua francese, si dava questo nomignolo alle cortigiane. La particella de è stata voluta come collante tra le sue origini, per dare un tono aristocratico. Dopo essere rimasta vedova, non ha più voluto risposarsi, conquistando così la fama di donna libera, ma anche di cortigiana. Frequentava i salotti dell’epoca, in cui circolava molto il pensiero dei contrattualisti e soprattutto quello di Rousseau sulla filosofia della natura, per la quale aveva particolare attenzione. Ha scritto molte opere per il teatro, almeno trenta, ma poche furono rappresentate all’epoca. Come riferimento politico si ispirava a Cristina di Svezia, la regina che lasciò il trono, perché anche Olympe era consapevole che il potere deve essere inappropriabile.4

Tali riferimenti di vita e di politica dimostrano la capacità di pensiero di questa donna e la sua abilità nell’ispirarsi a figure magistrali, che sono, direi, soprattutto femminili.

Olympe de Gouges non scrisse solo per il teatro, ma anche per giornali e riviste, oltre a lettere, pamphlet, disegni di legge. Uno dei suoi impegni principali fu quello di liberare le donne dall’obbligo del matrimonio, ma lottò

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